Secondo i dati dell'European Institute for gender Equality (EIGE, 2023), l’Italia è ancora lontana dalla parità di genere: con un indice di uguaglianza di genere pari a 68.2 su 100 si colloca al di sotto della media europea, e al 13esimo posto tra tutti i paesi UE.
Tra i diversi fattori che determinano, nel nostro paese, questa situazione vi è indubbiamente il fenomeno complesso della violenza di genere che assume diverse forme.
Tra di esse ne persiste una poco conosciuta, perché considerata una prerogativa esclusivamente di paesi e società non europee, mentre ha una incidenza rilevante anche in Italia: le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF).
Amref Health Africa si dedica quotidianamente al tema dell'empowerment femminile e l'uguaglianza di genere e grazie alla sua ventennale esperienza, è oggi una voce autorevole nella lotta contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), pratica condannata dalla comunità internazionale, in quanto forma di violenza di genere e di violazione dei diritti umani.
A livello internazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che oltre 200 milioni di donne hanno subito il taglio, di queste 44 milioni sono bambine fino a 14 anni e 3 milioni sono a rischio ogni anno.
Nella lotta per eliminare le MGF è importante mantenere un approccio multidisciplinare, tenendo conto del contesto e del significato che questa pratica ricopre nella società di riferimento.
Le MGF agiscono su più dimensioni della vita della donna (fisica, psicologica, sociale, culturale) e sono spesso unite anche a matrimoni precoci/forzati, abbandono della scuola e sopravvivono perché sorrette da un sistema simbolico di valori che hanno una forte funzione identitaria e comunitaria.
Con il fenomeno migratorio le MGF sono diventate un tema di interesse non solo per i paesi in cui hanno origine, come quelli dell'Africa sub-sahariana, il Medio Oriente (Iraq, Kurdistan, Yemen) e l’Asia (Indonesia), ma anche in Europa, dove oggi vivono più di 600.000 donne e ragazze che hanno subito le MGF e altre 180.000 sono a rischio ogni anno (UNHCR).
L'Italia, in particolare, è uno dei paesi che ospita il maggior numero di donne escisse, in conseguenza di un consistente flusso migratorio femminile proveniente da paesi ad alta prevalenza di MGF come l’Egitto, la Nigeria, l’Etiopia e il Senegal, e nel nostro paese il quadro di incidenza del fenomeno si associa spesso a situazioni familiari di fragilità socio-economica, rischio di abbandono scolastico e isolamento delle bambine.
Amref è impegnata nel contrasto alle MGF non solo nei Paesi africani ma anche in Italia dove ha deciso di trasferire le buone pratiche apprese in Africa, lavorando sul territorio nazionale insieme alle comunità di origine straniera con alta prevalenza della pratica escissoria e nei contesti sanitari italiani.
Il Progetto “Y-Act (Youth in ACTion for women empowerment and against gender-based violence)” ha l’obiettivo di lungo periodo di prevenire e combattere le MGF in Italia, in quanto violazione dei diritti umani e forma di violenza di genere che colpisce le ragazze e le donne in diverse dimensioni della loro vita individuale, sociale, sessuale e sanitaria.
Per la realizzazione di questo progetto svolge un ruolo fondamentale il supporto da parte delle fondazioni del territorio come Fondazione di Comunità Milano e Fondazione KPMG Italia, attive al fianco di Amref per l'empowerment femminile ed il contrasto alle MGF in Italia.
Con il progetto Y-ACT Amref si rivolge a giovani con background migratorio dei quartieri di Quarto Oggiaro e delle zone 2 e 3 di Milano, per arrivare a interventi incentrati sulle comunità, tramite percorsi formativi e di empowerment dei giovani, dialoghi e impegni intergenerazionali e iniziative di sensibilizzazione nelle comunità.
L’obiettivo è promuovere cambiamenti duraturi e trasformativi negli atteggiamenti e nei comportamenti riguardo la violenza di genere e le MGF attraverso il coinvolgimento diretto e l’empowerment dei giovani e delle comunità, adottando come strategia di intervento un approccio olistico che considera tutte le sfere del fenomeno.
Nello specifico, Y-ACT prevede la realizzazione di percorsi di empowerment giovanile, coinvolgendo almeno 20 ragazzi/e di nuova generazione in ciascun quartiere, con la prospettiva che diventino “advocates” attivi nelle proprie comunità per informare e rafforzare le reti di conoscenza e sostegno alle donne/bambine in difficoltà.
Si prevede anche la realizzazione di un piano di azione per il dialogo comunitario e la partecipazione attiva di almeno altri 80 giovani nei due quartieri.
Saranno svolti percorsi di dialogo intergenerazionale tra le donne più giovani e quelle più adulte, oltre a un percorso di conoscenza e orientamento ai servizi del territorio.
Inoltre, il progetto mira al potenziamento a livello funzionale dei due spazi sicuri, già attivi come luoghi di ascolto per ragazze e donne del quartiere, rendendoli più accessibili e fruibili per la comunità.