Quando Phoebe aveva 12 anni, era a un bivio.
Nella sua comunità, una bambina della sua età può vedere la propria vita cambiare drasticamente, spesso senza avere voce in capitolo.
Le mutilazioni genitali femminili (MGF), una pratica radicata nella tradizione della comunità di Phoebe, segnano un passaggio obbligato per le ragazze, spesso preludio a matrimoni precoci.
Phoebe sapeva cosa significava questo: l’interruzione della scuola, un futuro deciso da altri e una vita piena di rischi per la salute.
“Ero spaventata” racconta. “Sentivo storie di ragazze che si ammalavano o che soffrivano tantissimo dopo essere state sottoposte al taglio. Io non volevo che succedesse a me”.
Sua madre, inizialmente, non vedeva un’altra opzione. “Nella nostra comunità, è sempre stato così” spiega con un filo di voce. “Ma quando ho visto la paura negli occhi di mia figlia, ho capito che dovevo proteggerla. Non volevo che perdesse tutto ciò che sogna”.
Decisivo per il destino di Phoebe è stato il programma di Amref che propone riti alternativi di passaggio.
Questo approccio è stato sperimentato la prima volta con la comunità Masai e utilizza attività di sensibilizzazione e formazione per coinvolgere tutti gli attori chiave: gli anziani, le madri, le stesse ragazze e i giovani guerrieri Moran.
Ricevendo un'istruzione sul tema, la comunità identifica i rischi per la salute associati alla mutilazione genitale e decide di sviluppare un rito di passaggio alternativo che consenta alle bambine di entrare nell'età adulta senza subire il taglio.
Durante gli incontri, Phoebe e sua madre hanno imparato quanto siano pericolose le MGF.
Hanno ascoltato storie di ragazze che hanno perso la vita o che non hanno mai potuto guarire completamente dalle ferite fisiche ed emotive.
Ma hanno anche trovato speranza: un’alternativa che permetteva a Phoebe di mantenere la sua dignità, restare a scuola e inseguire i suoi sogni.
“Una delle educatrici, ci ha spiegato che possiamo celebrare il passaggio all’età adulta senza farci del male” dice Phoebe. “Grazie a lei, ho capito che posso essere una donna forte senza subire il taglio. Ho promesso a me stessa che continuerò a studiare”.
Oggi Phoebe ha 13 anni e custodisce con gelosia il suo diario, su cui ha scritto: “Dott.ssa Phoebe Nema. Non rubatemi questo libro, per favore.”
È il simbolo del suo sogno di diventare medico, un futuro che si è conquistata con coraggio e determinazione.
Ma la storia di Phoebe non è unica.
Ogni anno, oltre tre milioni di bambine in tutto il mondo rischiano di subire mutilazioni genitali femminili, con conseguenze devastanti per la loro salute, il loro benessere e il loro futuro.
Porre fine alle mutilazioni genitali femminili
Amref si impegna per contribuire all'ambizioso obiettivo dell'ONU, che punta alla completa eradicazione della FGM in ogni sua forma entro l'anno 2030.
Grazie all'azione congiunta degli operatori nelle comunità e degli ambasciatori coinvolti nel progetto, con il supporto delle maggiori organizzazioni non governative, degli istituti di ricerca e con il generoso contributo dei donatori, Amref prevede di continuare a raggiungere, informare ed educare milioni di persone nell'intero continente africano sui danni causati dalle mutilazioni genitali femminili e su tutte le splendide opportunità che potrebbero essere offerte alle bambine con l'abolizione di questa pratica.