
I leader africani del settore sanitario hanno dichiarato che servono soluzioni di finanziamento innovative per evitare il collasso dei sistemi sanitari del continente, soprattutto dopo la riduzione dei finanziamenti dai donatori internazionali ha reso ancora più importante il ruolo delle startup e degli investimenti pubblico-privati.
Il brusco ritiro dei fondi USAID all’inizio di quest’anno – in linea con una tendenza già in atto tra altri Paesi occidentali – ha lasciato un vuoto finanziario di quasi 12 miliardi di dollari colpendo servizi essenziali come la salute materno-infantile, i trattamenti contro l’HIV, la preparazione alle pandemie e il controllo delle malattie.
Africa CDC, il Centro Africano per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie ha sottolineato l'urgenza di riforme per garantire un finanziamento sostenibile, puntando su risorse interne, tassazione sanitaria e investimenti pubblico-privati.
“Se non agiamo subito, rischiamo di perdere 20 anni di progressi nella sicurezza sanitaria, con il ritorno in massa di malattie prevenibili che potrebbero sopraffare sistemi già fragili” ha dichiarato Jean Kaseya, direttore generale di Africa CDC.
Githinji Gitahi, CEO di Amref Health Africa, ha sottolineato come l’Africa, ancora prima dei tagli ai programmi USAID, non avesse risorse sufficienti per sostenere i sistemi sanitari per circa 66 miliardi di dollari l’anno.
“Le fonti di finanziamento tradizionali - ha dichiarato Gitahi - come gli aiuti esterni e i pagamenti diretti dei pazienti non sono sufficienti. È per questo che servono modelli di finanziamento innovativi”.
Gitahi ha citato diversi approcci promettenti, tra cui il programma assicurativo del Ruanda, che è riuscito a garantire una copertura sanitaria a oltre il 90% della popolazione grazie a un mix di finanziamenti privati e sussidi governativi.
Un altro esempio sono i proventi dalle tasse su alcol, sigarette e bevande zuccherate in Sudafrica e Botswana, che stanno generando milioni per la sanità, affrontando al contempo l’aumento delle malattie legate agli stili di vita.
Ridurre la dipendenza dagli aiuti esterni: il caso della produzione farmaceutica
In un recente rapporto, il Center for Global Development ha evidenziato che le partnership innovative con il settore privato possono essere decisive, come è avvenuto nel caso della produzione farmaceutica.
L’anno scorso, l’alleanza per i vaccini GAVI ha lanciato l’African Vaccine Manufacturing Accelerator, uno strumento finanziario che renderà disponibili fino a 1,2 miliardi di dollari in 10 anni per sostenere la produzione locale di vaccini.
Anche Afreximbank si è impegnata a stanziare 2 miliardi di dollari per sostenere questa spinta verso la produzione interna di vaccini.
Frederik Kristensen, a capo della Regionalized Vaccine Manufacturing Collaborative – iniziativa nata per aiutare i produttori africani a trovare finanziamenti – ha sottolineato quanto sia importante, dopo le disuguaglianze emerse durante la pandemia di COVID-19, rendere l’Africa meno dipendente dalle importazioni.
“È davvero cruciale per la sicurezza sanitaria - ha detto a Semafor - che esistano produttori di vaccini sul continente in grado di riconvertire rapidamente la produzione in caso di emergenze sanitarie”.
Attualmente, solo il Sudafrica e il Senegal hanno la capacità di produzione vaccinale completa.
Entro il 2030 sono stati identificati nove vaccini prioritari per la produzione locale, inclusi quelli contro colera, morbillo-rosolia e febbre gialla.
Soluzioni innovative e tecnologia per la salute: l'esempio del Sud Africa
EASE South Africa, azienda fondata dalla African Asset Finance Company, ha ottenuto lunedì un finanziamento da Standard Bank per espandere il suo modello pay-per-use, che consente a ospedali e cliniche di accedere a macchinari diagnostici avanzati come gli scanner MRI senza sostenere elevati costi iniziali.
“Ciò significa che ospedali e altre strutture sanitarie non devono fare grandi investimenti iniziali in capitale” ha spiegato Kanyinsola Oyeyinka, vicepresidente senior di EASE.
Questi costi possono rappresentare un ostacolo all’accesso alle nuove tecnologie, quindi il modello potrebbe “liberare fondi” da destinare ad altre priorità, come l’assunzione di personale infermieristico o l’aumento dei posti letto in ospedale.
Standard Bank investirà fino a 100 milioni di dollari in EASE nei prossimi sette anni. Il modello è già stato applicato in Ghana e Nigeria.
John van Kan, responsabile del settore sanitario della banca, ha spiegato che l’obiettivo è quello di garantire l’accesso alle cure anche nelle aree periferiche.
Ad esempio, un robot chirurgico, installato da EASE lo scorso anno in un ospedale della cittadina costiera di Umhlanga, aiuterà i chirurghi a eseguire operazioni con tempi di recupero ridotti.
Soluzioni innovative e tecnologia per la salute: l'esempio del Ghana
Un’altra startup che sta guidando l’innovazione nella catena di approvvigionamento sanitaria è Zipline, un’azienda statunitense che utilizza droni autonomi per consegnare farmaci, vaccini e altri prodotti medici a cliniche remote in Paesi come Costa d’Avorio, Ghana, Kenya, Nigeria e Ruanda.
Uno studio pubblicato il mese scorso, basato sui dati sanitari di 191 strutture sanitarie in Ghana, ha rilevato un legame diretto tra la disponibilità affidabile di forniture mediche e il miglioramento dell’utilizzo del sistema sanitario, con una riduzione del 56% dei decessi materni nelle strutture servite da Zipline rispetto a quelle non servite.
Estratto dell'articolo pubblicato su Semafor.com