La pandemia COVID-19 ha rivelato la fragilità delle catene di approvvigionamento globali per i prodotti sanitari essenziali, colpendo duramente i Paesi a basso e medio reddito. Questa crisi ha messo in luce la vulnerabilità dell'Africa, ma anche un'opportunità unica per rivoluzionare la produzione di vaccini nel continente, essenziale per la sicurezza sanitaria e l'emancipazione economica del Continente.

Rafforzare le capacità produttive locali garantirebbe accesso equo ai prodotti salvavita, ponendo le basi per un'Africa più autonoma.
Nonostante rappresenti circa il 20% della popolazione mondiale, l'industria africana dei vaccini soddisfa solo lo 0,1% della domanda globale. Questo squilibrio evidenzia sia una minaccia per la salute pubblica sia un potenziale economico non sfruttato, con una domanda di vaccini stimata in oltre 1 miliardo di dollari all'anno, destinata a crescere con l'espansione demografica.

L'istituzione dell'Agenzia Africana per i Medicinali (AMA) rappresenta una svolta cruciale, armonizzando le normative e rafforzando le capacità di laboratorio per garantire standard di qualità globali. Inoltre, l'inclusione dell'Unione Africana (UA) nel G20 offre una piattaforma per sostenere le iniziative sanitarie africane.

La piattaforma dell'Unione Africana per la produzione armonizzata di prodotti sanitari in Africa (PHAHM) mira a creare un mercato unico unificato per favorire la domanda e promuovere gli investimenti locali. Ad oggi, 21 dei 54 Paesi africani hanno firmato il trattato dell'AMA e quindici lo hanno ratificato. Il lancio dell'Africa Vaccine Manufacturing Accelerator (AVMA) è destinato a potenziare significativamente la produzione locale di vaccini, con Gavi che fornirà fino a 1 miliardo di dollari in dieci anni per sostenere questa crescita.

L'AVMA affronterebbe dunque i costi di avvio e i rischi finanziari, fornendo incentivi ai produttori locali e facilitando i trasferimenti di tecnologia e i partenariati pubblico-privato. Nonostante questi progressi, permangono sfide significative. Il trasferimento tecnologico, lo sviluppo delle capacità e il rafforzamento della catena di approvvigionamento richiedono sforzi e investimenti continui. Inoltre, risulta essenziale il miglioramento del sistema normativo per sostenere la produzione locale e garantire la conformità agli standard di qualità.

Ad oggi, 21 dei 54 Paesi africani hanno firmato il trattato dell'Agenzia Africana per i Medicinali. Quindici lo hanno ratificato.

Il trasferimento tecnologico, lo sviluppo delle capacità e il rafforzamento della catena di approvvigionamento richiedono sforzi ed investimenti costanti. Il sistema normativo dovrebbe essere continuamente migliorato per sostenere la produzione locale e garantire la conformità agli standard globali di qualità.

Inoltre, sarà necessaria una maggiore domanda di prodotti fabbricati localmente, ottenibile attraverso partenariati tra più parti interessate e politiche governative di sostegno. I leader africani sono quindi chiamati ad intensificare gli sforzi per raggiungere l'audace obiettivo di produrre il 60% dei vaccini nel continente entro il 2040, includendo capacità end-to-end, dalla ricerca e sviluppo al fill-and-finish. I principali progetti governativi dovrebbero dare priorità agli investimenti in infrastrutture e allo sviluppo di capacità per sostenere la produzione di vaccini.

Ciò includerebbe il finanziamento di strutture produttive all'avanguardia, programmi di formazione per lavoratori qualificati e iniziative di ricerca e sviluppo per promuovere l'innovazione nella produzione di vaccini. I governi africani dovrebbero incentivare le collaborazioni tra produttori locali, aziende farmaceutiche internazionali e organizzazioni non governative, fornendo competenze tecniche, investimenti finanziari e accesso al mercato necessari per aumentare la produzione di vaccini.

Il percorso verso l'autosufficienza vaccinale in Africa è impegnativo ma raggiungibile. Facendo leva su sviluppi recenti come l'AVMA e promuovendo un ambiente favorevole alla produzione locale, l'Africa potrebbe costruire sistemi sanitari resilienti in grado di soddisfare le esigenze della popolazione. Questa trasformazione non solo migliorerebbe la sicurezza sanitaria nel continente, ma contribuirebbe anche in modo significativo alla resilienza sanitaria globale.

Articolo pubblicato originariamente su Health Policy Watch.
Image Credits: Kerry Cullinan, Rwanda Ministry of Health, WHO.
Autrici: Maureen Awuor Okoth & Caroline Mbindyo.