Si è tenuta presso la sala della Protomoteca in Campidoglio la giornata di “formazione per la prevenzione e il contrasto alle Mutilazioni Genitali Femminili”. A presenziare l’appuntamento l’Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute, Barbara Funari, l’Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli, l’Assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro, Claudia Pratelli, di Roma Capitale, il Commissario Straordinario della ASL Roma 1 Giuseppe Quintavalle e la Vicedirettrice di Amref Health Africa-Italia, Roberta Rughetti.
Le mutilazioni genitali femminili sono pratiche tradizionali che vengono eseguite principalmente in 28 Paesi dell’Africa sub-sahariana per motivi non terapeutici. Oltre 200 milioni di donne in tutto il mondo convivono con le conseguenze della mutilazione genitale. In Europa, più di 600.000 donne e ragazze hanno subito le MGF nei paesi di origine e altre 180.000 sono a rischio ogni anno (UNHCR).
L’Italia ospita uno dei maggiori numeri di donne escisse, con oltre 87.000 casi, principalmente a causa del flusso migratorio femminile da Paesi ad alta prevalenza di MGF. Sebbene costituiscano un grave rischio per la salute delle donne e delle bambine con gravi, e spesso irreversibili, conseguenze psicofisiche sia a breve che a lungo termine, le MGF sono radicate in molte comunità come pratica sociale tradizionale.
L’iniziativa di oggi rende concreto il Protocollo d’Intesa, sottoscritto ad Aprile 2023 per avviare una rete territoriale di prevenzione e contrasto delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) sulle minori straniere nel territorio di Roma. “La forza di questa ampia rete, che ringrazio, è stata quella – spiega l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari – di strutturare un’idea di intervento con responsabilità condivise. L’attuazione del protocollo approvato dalla Giunta, grazie all’impegno importante del SaMiFo e alla collaborazione di tanti attori, si manifesta nelle scelte concrete delle Politiche che sta portando avanti Roma Capitale. Non è facile fare emergere la storia di queste donne e bambine, e soprattutto è difficile intervenire per accompagnarle poi in un percorso e riuscire a dare delle risposte adeguate ai loro bisogni. È un tema trasversale di diritto alla salute che stiamo cercando di approfondire in tutti i servizi dell’accoglienza dei migranti”.
“Il rispetto della persona è sempre al centro nelle nostre scelte – ha proseguito l’Assessore alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli – il nostro compito è quello di aumentare il livello di consapevolezza sia delle persone che subiscono queste pratiche che di chi si confronta con loro. Qualunque forma di mutilazione genitale femminile rappresenta una grave violazione dei diritti delle bambine, delle ragazze e delle donne, ivi compreso il loro diritto alla non discriminazione e all’autodeterminazione".
“Il protocollo di intesa che abbiamo firmato ormai un anno fa – ha commentato l’Assessore Pratelli – rappresenta davvero qualcosa di importante: l’avvio di una collaborazione in cui tutti i soggetti coinvolti esprimono l’impegno e l’interesse a fare la propria parte per promuovere da un lato la prevenzione e dall’altra il superamento di una pratica che ha radici lontane. Dunque mi sento di dire che questa è un percorso preziosissimo perché ci consente di tenere insieme aspetti molto complessi che hanno a che fare con i diritti umani e con il rispetto di tutte le culture, con l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne a partire dalle più giovani. In questo senso la scuola gioca un ruolo fondamentale. Noi, su questo terreno stiamo investendo molto, perché siamo convinti che la scuola sia il luogo per eccellenza dell’incontro, della crescita, dell’emancipazione”.
“Come ASL Roma 1 faremo in modo di trasmettere alle altre realtà sanitarie gli assiomi di questo protocollo – ha proseguito Giuseppe Quintavalle, Commissario Straordinario della ASL – Generare un cambiamento è sempre difficile, tanto più quando si cerca di scardinare riti di passaggio antichi che coinvolgono a vario titolo il rapporto con la collettività. Dobbiamo aumentare le nostre conoscenze e agire sulla prevenzione primaria, essere facilitatori in questo passaggio culturale nell’interesse della persona e nel rispetto massimo dei diritti. I mediatori culturali possono essere il volano per proteggere chi ha già subito una mutilazione e porta dentro di sé un trauma difficili da superare. Da parte della ASL Roma 1, il massimo impegno per tutte le progettualità future di inclusione, perché sono convinto che il vero cambiamento debba passare attraverso ognuno di noi.”
“Dobbiamo far emergere questa pratica. Per farlo – ha concluso la Vicedirettrice di Amref Health Africa-Italia, Roberta Rughetti – come ci insegna l’Africa, è necessario ascoltare e costruire percorsi alternativi guidati dalle comunità. Oggi in sala ci sono professionisti della salute, istituzioni, mediatori, società civile, giovani con background migratorio e molti altri attori chiave. Sono convinta che, dopo oggi, ognuno tornerà a casa con nuovi strumenti, nuovi alleati, per creare una rete che metta al centro la salute delle donne.”
La giornata – nel corso del quale è stata presentata anche l’indagine “Mutilazioni genitali femminili: che ne sai? ” e che ha coinvolto 85 strutture Sai (Sistema Accoglienza Integrazione di Roma Capitale) – è organizzata dagli aderenti al Protocollo d’Intesa Rete territoriale di prevenzione e contrasto delle MGF sulle minori straniere – Roma, firmato a conclusione del Progetto FAMI P-ACT (Amref Health Africa Onlus; ASL Roma 1; Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute Roma Capitale; Assessorato alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità Roma Capitale; Assessorato alla Scuola, Formazione e Lavoro Roma Capitale; Cooperativa Roma Solidarietà – Ente promosso dalla Caritas Diocesana di Roma; CIES Onlus; CPIA 3; Focus Casa dei Diritti Sociali; Società Italiana di Pediatria Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Migrante) e hanno contribuito all’organizzazione anche il Centro Salute Globale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, il Centro Regionale MGF dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e la Società Italiana Medicina delle Migrazioni.