La carenza di fondi rischia di mettere a repentaglio le operazioni del Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme - WFP), agenzia delle Nazioni Unite, in Est Africa. Se per marzo i fondi dovessero continuare ad essere insufficienti, gli aiuti alimentari, specialmente nei campi profughi, rischeranno di subire forti cali.
Le ragioni principali della crisi, secondo l'ONU, risiedono nel fatto che per i Paesi donatori sta diventando troppo caro sostenere i costi di un numero sempre crescente di persone che soffrono la fame. La domanda aumenta di giorno in giorno e i Paesi donatori fanno fatica a soddisfarla, ha riferito al quotidiano Daily Nation il portavoce del WFP per l'Est Africa.
Malnutrizione -In Kenya quest'anno l'agenzia ONU si è prefissata di raggiungere 780mila donne e bambini affetti da malnutrizione, nelle aree maggiormente colpite dalla siccità. La scarsità di fondi, tuttavia, rende questa impresa estremamente difficoltosa. Quando la coperta è corta, purtroppo, da qualche parte bisogna tagliare. A farne le spese però in questo caso è la vita di migliaia di persone. Il portavoce del WFP ha ricordato infatti che lo scorso novembre l'agenzia è stata costretta a ridurre del 30% le razioni di cibo destinate a 420mila rifugiati nei campi profughi del Kemya del Nord, a Dadaab e Kakuma. Tagli, questi, tutt'ora in vigore.
Sotto la soglia di povertà -Da un report del 2017 del World Food Programme risulta che il 47% della popolazione del Kenya vive al di sotto della soglia di povertà e che quasi 370mila bambini con meno di cinque anni di età soffrono di malnutrizione acuta. Una situazione causata anche dalla grave siccità che ha colpito il Paese e gli Stati vicini. Se in Kenya sono 3.4 milioni le persone che non hanno cibo a sufficienza, in Etiopia  sono 8,5 milioni, il numero più alto di tutta l'Africa dell'Est.
Fonte: Daily Nation