Ci hanno raccontato il loro punto di vista, quello di chi si schiera dalla parte dei diritti umani. Perché la battaglia per l'uguaglianza di genere e la cessazione della violenza sulle donne non è un affare che riguarda esclusivamente l'universo femminile.
Douglas e il lavoro con Amref
Douglas Meritei è un giovane guerriero maasai impegnato nelle comunità assieme a Nice, operatrice e ambasciatrice di Amref, in attività di sensibilizzazione e formazione per la lotta alle mutilazioni genitali femminili. Ha 31 anni e viive a Loitokitok, nella contea di Kajiado,in Kenya.
"Da diverso tempo, ormai, ho abbracciato la causa della lotta contro le mutilazioni genitali femminili. Per questo, all'interno della mia comunità sono impegnato in attività di formazione e sensibilizzazione, che hanno luogo soprattutto nei forum comunitari ed in quelli più ristretti delle ragazze madri e dei giovani guerrieri Moran.
È molto importante che gli uomini siano impegnati nella lotta contro le mutilazioni, perché nelle nostre comunità gli uomini sono dei modelli di riferimento e prendono la maggior parte delle decisioni. Non è affatto semplice convincerli, poiché credono che una donna non sia tale se non si è sottoposta a mutilazione.
La chiave nella lotta contro le FGM è l'istruzione per le ragazze, far conoscere loro i diritti di cui godono. Parallelamente bisogna educare le comunità nel loro insieme sulle conseguenze tragiche del taglio: morte, trasmissione di malattie come l'HIV e riduzione del piacere sessuale.
Ho diverse amiche che a suo tempo sono state sottoposte al taglio e che ora ne scontano le amare conseguenze. Tutto sommato sono fortunate, perché molte altre che ho conosciuto ci hanno rimesso la vita e oggi non possono essere qui a raccontare quanto sia terribile quell'esperienza.
Innescare un cambiamento di mentalità e culturale è difficile, ma non possiamo fermarci. Sono le mutilazioni che devono essere fermate".
Sonyanga, il cricket contro le fgm
Sonyanga Ole Ng'ais ha 27 anni ed capitano della squadra di cricket Maasai Cricket Warriors. Proviene da un piccolo villaggio chiamato Endana, nella contea di Laikipia in Kenya.
Oltre ad essere capitano della squadra di cricket maschile, attraverso cui gli uomini diffondono il messaggio di lotta contro le mutilazioni genitali femminili, ha fondato la "Maasai Cricket Ladies", con l'intenzione di favorire l'empowerment femminile e mettere fine alle disparità di genere nella società.
"Insegnamo il cricket nelle scuole primarie e secondarie appartenenti della nostra regione, perché è in queste fasi della vita dei giovani che il nostro messaggio può diffondersi meglio.
Le ragazze hanno l'opportunità di competere con i ragazzi e di sperimentare in prima persona che sono capaci tanto quanto i loro coetanei maschi. Le giovani realizzano che hanno realmente spazio per combattere per una società diversa e che possono esprimere tutto il loro talento.
È proprio rendendomi conto del potenziale delle ragazze che ho deciso di fondare una squadra di cricket a loro dedicata. La vittoria più grande è quella di avere una squadra femminile di pari livello di quella dei Guerrieri, se non addirittura più forte! Ora le ragazze hanno più consapevolezza per battersi per i loro diritti, a loro volta educano altre giovani sull'importanza di contrastare la pratica delle mutilazioni genitali femminili e utilizzano lo stesso sport dei Guerrieri per diffondere questo importante messaggio.
Il coinvolgimento degli uomini è fondamentale nella lotta alle mutilazioni genitali e in generale nello sradicamento della violentra sulle donne. In Africa, per esempio, gli uomini sono detentori del potere decisionale quasi in ogni campo, per questo quando si uniscono alle battaglie in favore dell'equità di genere, denunciando le MGF e tutte le tipologie di violenza, c'è più speranza nel futuro. È arrivato il momento per gli uomini di prendere posizione e schierarsi contro gli aspetti più retrogradi delle loro culture e supportare donne e ragazze nell'acquisizione e garanzia degli stessi diritti.
Per questa ragione è anche responsabilità dei giovani uomini attivarsi e dichiarare pubblicamente che le mutilazioni genitali femminili non sono giuste. Che sono inaccetabili. Che vogliamo tutti che le nostre ragazze vadano a scuola.
Sono un guerriero maasai e mi batto per coloro che non hanno voce nella loro società. Provengo da una cultura maschilista in cui gli uomini hanno tutti i diritti, mentre le donne sono trattate come esseri inferiori. Non è semplice imprimere un cambiamento in una società così radicata nelle sue tradizioni culturali, non è facile convincere le persone a smettere di portare avanti una consuetudine, parte della loro bellissima cultura.
Sono stato minacciato più volte per aver salvato delle ragazze dal taglio. Una volta sono stato anche inseguito da alcuni uomini che volevano trafiggermi con una lancia. Ricordo che in quell'occasione non sapevo cosa fare. Io amo la nostra cultura maasai, moltissimo, e sono sempre pronto a difenderla e proteggerla da qualsiasi tipo di erosione. Ma qui non si tratta di questo, è questione di nuovi tempi, è un cambiamento di paradigma rispetto al quale gli uomini devono fare fronte comune per abbandonare questo malcostume arcaico.
Le FGM dovrebbero essere eliminate dalla faccia della terra perché non aggiungono alcun valore alle nostre donne. Non è necessario tagliarle per realizzare che sono diventate adulte. Le donne devono anzi essere messe in codizione di rafforzarsi psicologicamente e prendere consapevolezza delle loro potenzialità.
Ho 5 sorelle e 4 di loro sono più grandi di me e hanno subito la mutilazione genitale. Non biasimo i miei genitori, biasimo piuttosto quei tempi in cui non si aveva alcuna conoscenza delle terribili conseguenze delle FGM. Vorrei anzi congratularmi con i miei genitori e con la mia famiglia per essere stati di buon esempio per molti altri membri della comunità nel sostenere la lotta alle mutilazioni, nel fare in modo che le bambine dei nostri villaggi non subisseron più il taglio e nel favorire illoro percorso scolastico.
Per diffondere in modo ancora più efficace il nostro messaggio di lotta alle mutilazioni genitali femminili, abbiamo realizzato un documentario chiamato Warriors. È un film forte, incoraggiante, motivante e educativo. Dimostra quanto sia potente lo sport e quanto l'educazione sia essenziale per la società. Il documentario può essere utilizzato nelle scuole o da altre organizzazioni come strumento per far passare il messaggio contro le FGM, per incoraggiare le persone a prendere posizione in questa battaglia e nella lotta alle discriminazioni di genere presenti nelle loro società".